Beati loro e l’età della spensieratezza! Ma non sempre è così, lo stress colpisce anche i più piccoli, persino i bimbi sotto i 3 anni, ma al contrario di noi adulti, non possiedono le strategie o l’esperienza per affrontarla, avvertono solo un senso di malessere interno non ben individuato che non riuscendo ad esprimere trova la via di fuga nel corpo, somatizzando, abbiamo in questo caso i classici mal di testa, mal di pancia, o si manifesta attraverso il comportamento, con la chiusura verso l’esperienza, un maggiore attaccamento alla mamma o ancora con l’aggressività, ma senza allarmismi per le prime manifestazioni d’ansia dei nostri bambini, se lo stress è circoscritto ad un breve tempo ed è occasionale, spesso, si risolve spontaneamente, ed aiuta a governare le inevitabili sfide e frustrazioni che incontreranno nel percorso di vita. Lo stress, di fatto, fa parte della vita, e non ha solo una valenza negativa, è funzionale perché ci segnala che dobbiamo sostenere qualche situazione da cui in realtà vorremmo fuggire, è un campanello d’allarme che ci comunica che qualcosa nel nostro modo di affrontare la vita va rivista, e allora il punto di frontiera è dato dalla permanenza e dall’intensità dello stato d’ansia.
Ma cosa turba i bambini?
I bambini sono molto sensibili e recettivi al clima che li circonda, da cui sono contagiati, percepiscono tensioni, assorbono conflitti.
Di cosa hanno paura i bambini?
I bambini temono i distacchi, le separazioni, hanno paura di non riuscire, di deludere, di essere presi in giro, di non essere accettati dal gruppo, di essere giudicati e paragonati ad altri.
Come possiamo aiutare i nostri bambini?
Rassicurarli, ritagliandoci uno spazio di qualità solo per loro, in cui lasciamo tutto per dedicarci in modo esclusivo a loro, ascoltandoli, mantenendo sempre un contatto visivo.
Aiutarli a vivere ed affrontare gli insuccessi, le delusioni, attraverso anche il riconoscimento e la condivisioni delle emozioni che vivono.
Non dare obiettivi troppo difficili, lo sport è sempre un’ottima palestra di vita, ma attenzione che non diventi solo competizione, rischiando così di incrementare l’ansia.
Incentivare il gioco libero e l’esplorazione.